sabato 26 dicembre 2009

La priorità è Dio


La maggioranza degli uomini non considera prioritarie le cose di Dio, esse non ci incalzano in modo immediato. E così noi, nella stragrande maggioranza, siamo ben disposti a rimandarle. Prima di tutto si fa ciò che qui ed ora appare urgente. Nell’elenco delle priorità Dio si trova spesso quasi all’ultimo posto. Questo – si pensa – si potrà fare sempre. Il Vangelo ci dice: Dio ha la massima priorità.
Dio è importante, la realtà più importante in assoluto nella nostra vita. Proprio questa priorità ci insegnano i pastori. Da loro vogliamo imparare a non lasciarci schiacciare da tutte le cose urgenti della vita quotidiana. Da loro vogliamo apprendere la libertà interiore di mettere in secondo piano altre occupazioni – per quanto importanti esse siano – per avviarci verso Dio, per lasciarlo entrare nella nostra vita e nel nostro tempo. Il tempo impegnato per Dio e, a partire da Lui, per il prossimo non è mai tempo perso. È il tempo in cui viviamo veramente, in cui viviamo lo stesso essere persone umane.

Dall'Omelia di Papa Benedetto XVI
nella Notte di Natale

giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale!


"Venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra"

- Acclamazione al Vangelo, Messa del giorno -



martedì 22 dicembre 2009

Il Signore è vicino, venite adoriamo!


Regem venturum Dominum, venite adoremus.

Iucundare filia Sion, et exulta satis filia Ierusalem,* ecce Dominus veniet, et erit in die illa lux magna et stillabunt montes dulcedinem* et colles fluent lac et mel, quia veniet Propheta magnus et Ipse renovabit Ierusalem.

Descendet Dominus sicut pluvia in vellus, orietur in diebus eius iustitia et abundantia pacis* et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei.

Betlehem civitas Dei summi, ex te exiet dominator Israel,* et egressus eius sicut a principio dierum aeternitatis, et magnificabitur in medio universae terrae, * et pax erit in terra nostra dum venerit

mercoledì 16 dicembre 2009

Le antifone maggiori


Da oggi fino all'antivigilia di Natale, al Magnificat dei vespri di rito romano si cantano sette antifone, una per giorno, che cominciano tutte con un'invocazione a Gesù, pur mai chiamato per nome.

Questo settenario è molto antico, risale al tempo di papa Gregorio Magno, attorno al 600. Le antifone sono in latino e si ispirano a testi dell'Antico Testamento che annunciano il Messia.

All'inizio di ciascuna antifona, nell'ordine, Gesù è invocato come Sapienza, Signore, Germoglio, Chiave, Astro, Re, Emmanuele. Nell'originale latino: Sapientia, Adonai, Radix, Clavis, Oriens, Rex, Emmanuel.

Lette a partire dall'ultima, le iniziali latine di queste parole formano un acrostico: "Ero cras", cioè: "[Ci] sarò domani". Sono l'annuncio del Signore che viene. L'ultima antifona, che completa l'acrostico, si canta il 23 dicembre. E l'indomani, con i primi vespri, comincia la festività del Natale.

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/213008