domenica 15 maggio 2011


da Cantuale Antonianum un commento sulla Messa al Parco di San Giuliano celebrata dal Papa

L'ho vista in TV, tutta quanta, e ne sono stato davvero edificato. Parlo della celebrazione della Messa di Benedetto XVI nel parco mestrino di San Giuliano. Dobbiamo dare atto agli organizzatori di aver offerto, sul serio, un tempo di preghiera e raccogliemento a tutte le 300 mila persone presenti, e ai milioni di cristiani collegati in video.
Il cosiddetto "palco papale" era un vero e proprio abside basilicale, con la riproduzione in gigantografia su tela di mosaici in stile bizantino veneziano. L'altare coperto dal ciborio, pilastri che inframezzavano l'enorme presbiterio e lo splendido e semplicissimo ambone che richiamava visivamente quello di San Marco. Tutto era studiato nei dettagli. Il simbolismo era evidentemente preparato e adattato anche alle esigenze televisive. Niente biancume iconoclasta o peggio ancora palchi da concerto rock o manifestazione politica: i cerimonieri organizzatori veneti ci hanno finalmente una cattedrale virtuale, degna di una Messa papale, in puro stile Benedetto XVI.
Ma non c'è da lodare solo la scenografia: tutto è stato veramente lodevole. La posizione di vescovi e presbiteri attorno al Papa celebrante, il canto dei ministri (il diacono ha cantillato il vangelo in maniera splendida e significativa), il canto gregoriano, a cui si è voluto dare - ed è ben giusto - il posto d'onore, senza dimenticare il canto assembleare (senza stravaganti novità, ma puntando sui canti più conosciuti). Ottimi e solenni i seminaristi ministranti, guidati - per quanto potevo vedere e sapere - dai precisi (ma discreti) cerimonieri di Padova, i proff. di liturgia Don Gianandrea Di Donna e padre Andrea Massarin, francescano, che ci hanno mostrato di saper unire le competenze teoriche (leggi qui) ad una sana pratica. Non è certo facile organizzare e gestire una celebrazione del genere, neanche sotto la supervisione esperta ed attenta del Maestro delle Celebrazioni pontificie Guido Marini.
Un grazie vivissimo, quindi, a chi si è messo a servizio del Papa, per far risaltare la sua presenza e la sua parola. Non ci sono sfuggite, al riguardo, le direttive impartite alla sterminata assemblea liturgica: non sventolare bandiere, bandierine e striscioni (era ora che qualcuno lo dicesse! Siamo a Messa, mica allo stadio!) e soprattutto non applaudire, nemmeno all'omelia: ed infatti non si è udito neppure un battimano (ci vuole coraggio a dare un invito simile a 300 mila papa-fans!!!). La disciplina e la sincera devozione dei nordestini ha fatto il resto.
Continuiamo così: mattone dopo mattone, anche le megacelebrazioni devono prendere la via giusta. Ieri ci è stato mostrato che un modo cattolico e romano di pregare in centinaia di migliaia è possibile.

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