lunedì 26 settembre 2011

I chierichetti di Malgrate intervistano il Card. Scola...




"Vostra Eminenza, Lei da piccolo faceva il chierichetto?"

"Si si l'ho fatto, per tanti anni, ho cominciato alla fine degli anni '40. [...] C'erano dei turni molto rigidi, c'era il turno di una settimana alla Messa delle 6 della mattina, e poi le due Messe della domenica. C'era un registro molto rigido: si segnavano tutte le presenze e le assenze. Era un impegno molto bello e molto serio, a cui tenevamo molto".

"La cosa che mi è rimasta più impressa di quand'ero chierichetto, questa ve la voglio dire, è stato quando è venuto il Cardinal Schuster in visita pastorale. Io ero piccolino, e il parroco ci costrinse a venire all'inizio, proprio al mattino presto presto, quando il Cardinale cominciava la sua adorazione qui, al faldistorio, quello speciale inginocchiatoio che i vescovi usano, e venimmo qui alle tre del mattino. E io rimasi impressionato perché, tra un tentativo di star sveglio e l'altro, perché il Cardinale restò immobile per un'ora intera in ginocchio davanti al Sacramento, quasi senza muoversi! E lì, questa immagine del Cardinal Schuster, ha segnato il mio cuore e la mia mente fin da bambino, perché mi ha fatto capire la presenza di Dio nel Santissimo Sacramento, di Gesù morto e risorto per noi, e quindi l'importanza di Dio nella nostra vita. Fare il chierichetto è un privilegio, è un privilegio, perché è poter partecipare nella vicinanza e nell'affetto al bene che Gesù ci vuole. Quindi  continuate in questa tradizione".


Dall'intervista dei chierichetti di Malgrate al Card. Angelo Scola,
nel giorno del suo ingresso nella Diocesi di Milano
25 settembre 2011

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