domenica 1 novembre 2009

Halloween: festa dei mostri o festa dei volti?


Halloween: parola inglese che significa “vigilia di tutti i Santi”. Sì, ma non come l’intendiamo noi. Oggi come oggi è una festa commerciale con una buona dose di esoterismo, di magia e, perché non ricordarlo, di un alto numero di suicidi, di furti dell’Eucaristia e di messe nere. Che strano! Abbiamo paura di mostrare a un bambino il momento della morte di un nonno o di un parente; abbiamo paura di andare in cimitero; temiamo di portare i bambini a un funerale perché rischiano di impressionarsi; temiamo il parlare del dolore e della morte ai nostri figli... e poi? E poi, insipienti, alimentiamo in loro la credenza dei fantasmi, dei mostri e delle streghe, gettando via ciò che c’è di più caro nella nostra tradizione. Non lamentiamoci allora se un giorno verranno tolte dal calendario le festività cristiane: siamo noi a gettarle al vento! Se poi su queste cose ci si mettono i mass media o la scuola allora… Certo, siamo pronti a dire che “non c’è nulla di male, che è niente, che è una festa così, tanto per fare”. Ma se non è niente, perché perdere una serata? E se c’è qualcosa, perché gettare tra le ortiche le nostre ricorrenze per far ingrassare economicamente le società commerciali, contribuendo nello svuotare di significato le feste cristiane. E quando sono svuotate, cosa resta?

Festa dei Santi (1° novembre), non dei mostri. Una festa che ha inizio alla vigilia, il 31 sera. Un’occasione per spalancare lo sguardo e il cuore verso uomini e donne che hanno segnato la storia, rendendola bella, seppur impegnativa. Testimoni di amore che con i loro esempi e le loro parole gridano la gioia e la speranza della vita. Amici che con i loro esempi dicono che il Vangelo è possibile, praticabile: loro lo hanno fatto, ora spronano a fare altrettanto a noi. Sì, Amici veri. Amici che mi ricordano di non vivacchiare perché il Signore ha un progetto d’Amore anche su di me: attende il mio SI per essere anch’io testimone di luce e di speranza. Attende… è come l’entrare in una stanza al buio: c’è l’interruttore, spetta a me decidere se premerlo: se lo premo, tutto risplenderà di luce, altrimenti tutto resterà avvolto nel buio.
Così è la Santità: in Gesù siamo già tutti santi, ma non lo sappiamo o non vogliamo saperlo. Sì, perché la Santità è un dono che chiede di essere sprigionato in tutta la sua forza, e questo dipende dalla libertà di ciascuno di noi. I Santi sono coloro che hanno accettato di “premere il pulsante” e hanno acceso in loro e attorno a loro la gioia della vita.

Per vedere le stelle del cielo, c’è bisogno del buio. Se vuoi capire i Santi, guarda il mondo: dove sembra che regni il male, la guerra, la fame, la povertà, la solitudine, l’ignoranza… c’è sempre una luce che si accende: sono i Santi, che portano la novità del Vangelo. Che alimentano in noi tutti la nostalgia di un mondo più bello e luminoso. Che bello sarebbe se tutto il mondo fosse carico di luce… ma è accesa la mia luce?

http://www.parrocchiesanmichele.it/index.php?option=com_content&task=view&id=473&Itemid=35

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