mercoledì 21 marzo 2012

Le proposte di un Convegno Diocesano...



Predica noiosa? Falla tu
Insolita proposta uscita ieri dal Convegno Ecclesiale della Diocesi
Il Gazzettino, Lunedì 19 Marzo 2012

L'omelia della messa è troppo noiosa? Il sacerdote prima di stenderla si confronti con i suoi fedeli. E perché no, una tantum, all'ambone si rechi una coppia di sposi o una suora per portare la propria testimonianza. La benedizione alle famiglie non si fa più perché i preti sono sempre meno e sempre più anziani? Al loro posto ci pensino dei laici, ben preparati. Separati e divorziati si ritrovano spesso emarginati dalla Chiesa e impossibilitati ad accostarsi all'Eucaristia? Per loro ecco dei percorsi di fede e di preghiera appositamente pensati, per renderli parte viva della comunità.

Sognano una Chiesa così i 700 delegati che ieri, insieme al vescovo monsignor Corrado Pizziolo, hanno solennemente concluso i lavori del quarto Convegno Ecclesiale della Diocesi di Vittorio Veneto. Una Chiesa, quella di San Tiziano, che vuole essere «sempre più madre e sempre meno matrigna». E di spunti, nei nove mesi di lavoro a vari livelli, ne sono emersi parecchi.

«Vanno rilanciati - ha detto il vicario monsignor Martino Zagonel - i gruppi settimanali di ascolto della Parola, anche come aiuto ai sacerdoti per preparare l'omelia così che le loro parole attraversino la vita delle persone. C'è l'urgenza che la comunità cristiana diventi più coraggiosa ed efficace nell'annuncio e nella testimonianza del Vangelo». Le chiese, è stato detto, devono essere aperte quotidianamente, e già si pensa ad una chiesa in cui ci possa essere l'adorazione perpetua.

Una proposta concreta è quella di far fare ai ragazzi la prima Comunione successivamente alla Cresima come avveniva all'inizio del cristianesimo. Attuabile con maggior facilità è la costituzione di un gruppo diocesano sull'immigrazione per promuovere e sostenere iniziative di integrazione e accoglienza, così come la formazione di un osservatorio permanente della realtà giovanile.

«Con il Convegno - ha affermato il vescovo monsignor Pizziolo - abbiamo vissuto un'esperienza di grazia, in cui ci siamo ritrovati Chiesa comunione. Ora sarà necessario prevedere un momento ulteriore per una restituzione meditata e organica delle indicazioni concrete sulle quali opereremo poi come Diocesi». Tale momento si terrà nella terza settimana di giugno, mentre a gennaio avrà inizio la visita pastorale durante la quale monsignor Pizziolo visiterà le sue 162 parrocchie. 

4 commenti:

  1. L’omelia, che si tiene nel corso della celebrazione della santa Messa ed è parte della stessa Liturgia, «di solito è tenuta dallo stesso Sacerdote celebrante o da lui affidata a un Sacerdote concelebrante, o talvolta, secondo l’opportunità, anche al Diacono, mai però a un laico. In casi particolari e per un giusto motivo l’omelia può essere tenuta anche da un Vescovo o da un Presbitero che partecipa alla celebrazione anche se non può concelebrare».

    Va ricordato che, in base a quanto prescritto dal canone 767, § 1, si ritiene abrogata ogni precedente norma che abbia consentito a fedeli non ordinati di tenere l’omelia durante la celebrazione eucaristica. Tale prassi è, di fatto, riprovata e non può, pertanto, essere accordata in virtù di alcuna consuetudine.

    Il divieto di ammissione dei laici alla predicazione durante la celebrazione della Messa vale anche per i seminaristi, per gli studenti di discipline teologiche, per quanti abbiano ricevuto l’incarico di «assistenti pastorali», e per qualsiasi altro genere, gruppo, comunità o associazione di laici.

    Redemptionis Sacramentum nn. 64-66

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  2. Grazie per l'intervento!

    La Redemptionis Sacramentum riporta fedelmente quanto scritto nell'Ordinamento generale del Messale Romano al n. 66. La domanda sorge spontanea: chi conosce quello che c'è scritto nell'OGMR e nella RS?! E comunque...che importa cosa prescrivono i documenti scritti in Vaticano, dalla "Chiesa matrigna" (cit.)?!

    Per la cronaca, pensavo che l'articolo non fosse attendibile, quindi sono andato nel sito diocesano per verificare. Tra le "Proposte operative - Celebrare l'Eucaristia" si legge: "Abbiano visibilità, all’interno della celebrazione, le diverse vocazioni presenti nella comunità. Per favorire tale visibilità l’omelia potrebbe essere arricchita, in qualche circostanza, da brevi testimonianze di vita di coppie di sposi, di persone consacrate e del prete stesso". Non serve aggiungere altro...

    Qui c'è il resto: http://www.diocesivittorioveneto.it/sito/download_file.asp?setcod=94049

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    1. Grazie per la fonte.

      Ben vengano i "convegni" ecclesiastici. Ma l'impressione che ho io è che spesso la volontà sia quella di "coinvolgere" di più i laici, specie nella Santa Messa, per paura di perdere quelli che ci sono già dentro o per cercare di attirare quelli che sono fuori, come se la gente che oggi non pratica tornerebbe subito in chiesa se sapesse che può fare l'omelia (e se la facesse chissà cosa direbbe!), ballare, salire sul "palcoscenico" (che sarebbe il presbiterio), celebrare Messa. Questo travisando completamente ciò che è la partecipazione dei fedeli alla Santa Messa, che, essendo la Santa Messa il Sacrificio del Calvario, significa partecipare alla Passione e Morte di Cristo perché Egli ci faccia risorgere con Lui.
      Ecco, per me bisogna stare attenti che questa tendenza ai "convegni" non si trasformi in quello che il B. Giovanni Paolo II definì "clericalizzazione dei laici".

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  3. Concordo. Uno dei maggiori problemi, tra i tanti, è l'errata interpretazione della "partecipazione attiva". L'unica vera e piena partecipazione è la partecipazione al sacrificio di Cristo, che si compie nella Santa Messa.

    Confidiamo nel nuovo Patriarca Moraglia: basta piani pastorali, basta dibattiti e parole, smettiamo di "spiegare a Gesù Cristo chi Egli è". Ritorniamo alla vera fede e rimettiamo al centro la liturgia!

    Un saluto

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